Villa Glicini |
Da qualche tempo i
rapporti tra il C.S. Torino e l’amministrazione comunale del capoluogo
piemontese non sono dei migliori, il motivo del contendere è Villa Glicini, al
Valentino, sede storica del club schermistico. Non entro nel merito delle
competenze amministrativo/gestionali a capo del Comune né in quelle del C.S.
Torino, credo però, che una vicenda di tale importanza vada trattata con
assoluta responsabilità al fine di non recare danno ai soci e più ancora agli
atleti del sodalizio. Ho letto alcuni documenti relativi al caso e tra questi
anche l’articolo scritto da Davide FERRARIO in data 9 marzo 2019 sulle pagine
del Corriere della sera di Torino, che di seguito riporto poiché lo condivido
pienamente:
“Una premessa. Mi onoro di essere un fiorettista
sessantenne ancora in attività, da una decina d’anni iscritto al Club Scherma
Torino, quello che la giunta APPENDINO ha “sfrattato” dalla sua storica sede di
Villa Glicini al Valentino pochi giorni fa (ci sta dal 1953, e la fondazione
del Club risale addirittura al 1879). Quindi, ciò che scrivo può essere letto
come un’opinione di parte; ma credo che alcune questioni della vicenda
riguardino la cittadinanza in generale. Non entro nel merito dello scontro
legale tra Club Scherma e Comune: purtroppo siamo arrivati alle carte bollate e
addirittura a una segnalazione in Procura. Quello che mi sembra interessante
segnalare è la politica dell’Amministrazione nei confronti delle società degli
sport cosiddetti “minori” (anche se sono quelli delle cui medaglie ci si vanta
poi alle Olimpiadi). Soprattutto delle associazioni dilettantistiche che
storicamente hanno la loro sede nell’area del Valentino: la scherma, ma anche
le svariate società di canottaggio. Da tempo è in corso una strategia di
pressione verso queste associazioni: nell’impossibilità di attaccarle
frontalmente per la loro meritoria promozione dello sport amatoriale,
vengono
messe sotto accusa per attività collaterali quali i ristoranti per i soci del
circolo, o il subaffitto di altri impianti come i campi di calcetto e tennis.
Secondo il Comune, si tratta di usi impropri dei comodati d’uso e delle
concessioni pubbliche. Secondo le associazioni si tratta di un più che
ampiamente giustificato sistema di autosostentamento; dato che dalla scherma e
dal canottaggio, come tutti possono facilmente intuire, soldi non se ne cavano.
La verità è che la zona del Valentino è un’area estremamente appetibile. E che,
nella visione della giunta, le società sportive dilettantistiche, per quanto
tradizionalmente legate a quei luoghi, non producono un utile: sono piuttosto
l’ostacolo a nuovi piani di “sviluppo” del parco. E’ evidente che affittare o
vendere Villa Glicini a una società immobiliare renderebbe molto di più. O
anche solo cacciare la scherma per farci qualcosa di più politicamente
remunerativo nei confronti dell’opinione pubblica. Questo è il cuore del
conflitto. Bisogna allora chiedersi – una volta eliminato il Club Scherma –
cosa possa succedere a Villa Glicini. La risposta – ahimè – è sotto gli occhi
di noi schermidori ogni volta che usciamo dal Club alle undici di sera: le
macerie del Cacao. Non che avessimo una convivenza senza pensieri con
l’ex-discoteca, soprattutto quando cercavi di uscire in macchina attraverso la
bolgia umana che voleva entrarci: ma la situazione di oggi fa rimpiangere quei
disagi. Al Cacao sembra passato un bombardamento: è il prodotto del disastroso
bando che ha messo in conflitto vecchi e nuovi concessionari e che ha portato
alla desertificazione della zona. Con sommo gaudio degli spacciatori che
allignano da quelle parti. E’
sorprendente che i Cinque Stelle, saliti al potere cittadino in nome dei
“marginali”, si stiano accanendo, in ambito sportivo, non contro Juve e Toro,
ma contro i piccoli. Non ho nulla contro portare le finali ATP in città, anzi
me lo auguro. Ma, per rimanere su un tema caro ai M5S, è come fare una TAV
sportiva dicendo intanto ai pendolari della sciabola e del remo di
arrangiarsi
e di trovarsi un altro posto dove stare.”
Mario VECCHIONE - Pres. C.S. Tprino |
Asses. sport Comune di Torino
FINARDI
|
Il 15 marzo 2019 , sul sito federale era pubblicato il seguente comunicato:
“QUERELLE TRA CLUB SCHERMA TORINO ED AMMINISTRAZIONE COMUNALE - INTERVIENE LA FEDERSCHERMA:"SALVAGUARDARE UNA REALTA' IMPORTANTE DEL NOSTRO MOVIMENTO
“QUERELLE TRA CLUB SCHERMA TORINO ED AMMINISTRAZIONE COMUNALE - INTERVIENE LA FEDERSCHERMA:"SALVAGUARDARE UNA REALTA' IMPORTANTE DEL NOSTRO MOVIMENTO
TORINO - Al fine di giungere ad una
soluzione risolutoria dell'oramai nota querelle tra il Club Scherma Torino e
l'Amministrazione comunale, in merito alla concessione per l'utilizzo della
storica sede di Villa Glicini, il Presidente della Federazione Italiana Scherma,
Giorgio Scarso, su mandato del Consiglio federale, ha richiesto un incontro
istituzionale al Sindaco del Comune di Torino, Chiara Appendino.
L'incontro sarà utile a valutare
e verificare ogni possibilità che permetta di tracciare un percorso che, nel rispetto
delle prerogative istituzionali dell'Amministrazione comunale, possa portare
alla salvaguardia e tutela di una realtà, quale quella del Club Scherma Torino,
che per con i suoi 140 anni di storia, la sua tradizione, i suoi successi ed il
riconosciuto pregio, rappresenta una tessera importante del mosaico della
storia centodecennale della Federazione Italiana Scherma.
"Nell'esprimere la
solidarietà istituzionale ed il pieno supporto al Club Scherma Torino - spiega il Presidente federale - ed al contempo rispettando le
decisioni assunte dall'Amministrazione comunale, come Consiglio federale
abbiamo ritenuto necessario ed importante essere parte attiva di una vicenda
che, siamo convinti, potrà essere risolta individuando una soluzione che possa
far tornare il "sereno" a Villa Glicini".”.
Personalmente prendo atto, a prima lettura
potrei dire positivamente, delle intenzioni della Federscherma e delle azioni
che intende portare avanti, ma leggendo con attenzione c’è qualcosa che non mi
convince. A me sembra più un autogol che non un assist, intanto perché vorrei
capire se tali iniziative siano state concordate con i vertici del C.S. Torino,
poiché in questi casi una strategia comune potrebbe rappresentare un punto di
forza per il Club e per la federazione. Perché ho dei
dubbi? Semplice, dalla
lettura dei documenti il portabandiera della iniziativa di sfratto è facilmente
individuabile nell’Assessore allo Sport FINARDI, il quale non vorrà certamente
tornare sui suoi passi e poi le delibere già assunte difficilmente potranno
essere abrogate. Infine, sembrerebbe che l'assessore FINARDI, recentemente, non abbia tenuto con i vertici federali
un atteggiamento positivo e propositivo, il che farebbe supporre soluzioni non propriamente
felici.
Pres. FIS Giorgio SCARSO |
A tutto questo vorrei far rilevare che i contenuti della convenzione
stipulata proprio da Federscherma con il Comune, in merito alla partner city,
non aiutano i club. In tal senso, nel mese di dicembre 2018, su questa
“Piazza”, ho già affrontato l‘argomento, purtroppo in termini negativi. Infatti
nel protocollo tra le parti si fa riferimento esclusivamente ai grandi eventi,
per i quali il Comune deve mettere a disposizione le proprie strutture con
canoni agevolati, ma nulla è detto in merito alla promozione sul territorio per
diffondere lo sport della scherma. Ad organizzare i grandi eventi in Piemonte è
solo un club e quindi viene da pensare che tale convezione non attenga a tutte
le realtà insistenti sul territorio comunale.
In conclusione, sul sito federale solo belle parole, ma per il caso in
argomento, stando ai fatti, l’azione federale potrebbe rivelarsi un buco nell'acqua. Spero proprio di no ed auspico che il Presidente Scarso riesca a
sensibilizzare l’amministrazione comunale del capoluogo piemontese. Auguro al
C.S. Torino che la petizione indetta abbia grande successo poiché potrebbe
essere uno, se non l’unico, mezzo per porre un freno al comune ed intavolare
una vera trattativa, scevra da personalismi e rivendicazioni varie.
Ezio RINALDI
Bravo Rinaldi , nobile articolo ,ma non aspettarti qualcosa per il C.S.Torino dall'azione dei governatori federali .Ieri a Roma il consigliere federale in quota laziale ha tifato pubblicamente contro la figlia di Arpino per tutta la gara ,atleta di Roma .
RispondiEliminaNon le consento questo accostamento grave di tifoso scorretto, che il consigliere non merita. Egli ha solo manifestato con i suoi applausi entusiasmo e viva ammirazione per le avversarie della romana.
EliminaMa che vergogna!
RispondiEliminaIl consigliere federale dovrebbe pensare ai suoi capelli
RispondiEliminaResto allibito da questo comportamento. Un consigliere federale che pone in atto un simile comportamento evidentemente non merita di stare al governo di una federazione gloriosa come la nostra. Ormai la misura è colma, l'inadeguatezza di queste figure è ormai sotto gli occhi di tutti. Dimissioni subito! Se in Consiglio Federale, che legge questo blog, come in altri casi ha perseguito chi ha effettuato dei commenti, a suo dire, offensivi, dovrebbe immediatamente avviare un'azione disciplinare nei confronti di questo Consigliore. Ma sappiamo tutti che la giustizia non è caratteristica saliente dell'attuale governo federale
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